BUONGIORNO ENZO, CI VUOI RACCONTARE COME NASCE LA TUA PASSIONE PER L'AGRICOLTURA?
Buongiorno a chi è arrivato qui.
Ho iniziato ad occuparmi di agricoltura ecologica cerca 45 anni fa iniziando con i primi studi di agricoltura biodinamica. Eravamo un'ottantina in tutta Italia e quando ho incontrato un'altra persona che aveva gli stessi interessi l'ho abbracciato come fosse un fratello. Questo per dire che non vi erano molti strumenti di formazione come adesso, vi era solo il testo di Rudolf Steiner "Fondamenti scientifico spirituali per il progresso dell'agricoltura", il testo che normalmente viene chiamato "Corso di Koberwiz" dal nome del luogo in cui il corso fu tenuto.
I miei interessi dell'epoca erano molto orientati verso gli studi orientali (agopuntura, riflessologia, arti marziali, macrobiotica) e quindi all'inizio la visione spirituale portata dallo Steiner mi dava, per così dire, un po' di fastidio. La vita però ha deciso di diversamente.
Ho iniziato ad occuparmi di agricoltura ecologica cerca 45 anni fa iniziando con i primi studi di agricoltura biodinamica. Eravamo un'ottantina in tutta Italia e quando ho incontrato un'altra persona che aveva gli stessi interessi l'ho abbracciato come fosse un fratello. Questo per dire che non vi erano molti strumenti di formazione come adesso, vi era solo il testo di Rudolf Steiner "Fondamenti scientifico spirituali per il progresso dell'agricoltura", il testo che normalmente viene chiamato "Corso di Koberwiz" dal nome del luogo in cui il corso fu tenuto.
I miei interessi dell'epoca erano molto orientati verso gli studi orientali (agopuntura, riflessologia, arti marziali, macrobiotica) e quindi all'inizio la visione spirituale portata dallo Steiner mi dava, per così dire, un po' di fastidio. La vita però ha deciso di diversamente.
COME NASCE LA TUA PASSIONE PER LA TERRA E PER L'AGRICOLTURA BIODINAMICA?
Un altro momento che ha cambiato profondamente le mie scelte di vita è stato quando avevo in gestione un campo in collina e, nella parte inferiore, il terreno era molto molto povero. Ho deciso quindi di seminare dell'orzo. A giugno l'orzo nella parte alta del campo era "normale" mentre nella parte bassa era alto solo una spanna, con una spighetta di non più di 2-3 cm: praticamente nulla! Ho allora dinamizzato il preparato biodinamico di corno-letame e l'ho spruzzato sull'orzo. Dopo una settimana tutte le piante di orzo erano alte uguali e ho potuto raccogliere. Questo in agronomia semplicemente... non esiste!
Mi sono quindi trovato di fronte a delle esperienze, fatte da me personalmente e da me verificate, che erano sconvolgenti per la prassi agronomica. Da queste esperienze è derivato in me l'impulso di approfondire sempre più i preparati biodinamici e, successivamente, anche muovere i primi passi all'interno dell'associazione biodinamica Italiana.
Un passo importante è stato effettuato nel 2000 con il riportare un mais OGM a condizioni bio, e questo agendo omeopaticamente al momento della fioritura e potenziando così il sistema "chiave-serratura" grazie a cui un fiore riconosce i pollini in arrivo. Abbiamo seminato mais OGM intercalato a file di mais bio e, alla raccolta, abbiamo avuto l'assoluta dominanza del mais bio e l'OGM si è ridotto al 2%. Questa è stata una grande soddisfazione accompagnata dalla delusione perché il movimento biologico, i partiti "verdi" e le associazioni di categoria, che al tempo tanto parlavano di arginare l'avanzata degli OGM, non hanno voluto accettare questo lavoro.
Ma la vita continua.
Abbiamo quindi creato una cooperativa agricola e sempre più ci siamo dedicati alla ricerca e alla sperimentazione di nuovi prodotti e di nuove metodi di lavoro in agricoltura. Abbiamo ampliato il nostro lavoro all'incrementare la resistenza delle piante alle condizioni climatiche avverse (il freddo, il vento, l'arido, la troppa pioggia) con risultati più che soddisfacenti (ad esempio produrre mais con il solo 30% di adacquamento o produrre insalate e finocchi fino a -12°C).
La ricerca si è estesa anche alla produzione di piante di vite, pesco, melo e altro ancora resistenti alle patologie, e anche qui i risultati, dopo tanto lavoro, si sono fatti vedere. Un altro lavoro è stato riportare gli ibridi F1 a linea pura. Questo lavoro è stato coronato dal successo di trasformare un melone F1 a linea pura, con il risultato di avere una pianta che produce 11-12 meloni con un grado zuccherino aumentato del 10%.
Accenno solamente alla realizzazione di prodotti per evitare impollinazione incrociate, per aumentare la resa zuccherina nelle piante, per aumentare l'accestimento nei cereali, per rialzare i cereali (frumento e mais) quando subiscono l'allettamento.
ATTUALMENTE LE PIANTE SI TROVANO A FRONTEGGIARE CONDIZIONI CLIMATICHE PIU' AVVERSE RISPETTO AL PASSATO, C'E' UNA SOLUZIONE?
IN TUTTO QUESTO COME SI COLLOCA IL TUO LAVORO SUL DISINQUINAMENTO?
Questi pensieri sono stati ulteriormente sviluppati e sono il fronte di lavoro su cui adesso stiamo operando.
La passione per la terra è nata quando ho acquistato una casetta con un piccolo giardino e ho iniziato a coltivare le prime piante.
Nel frattempo continuavo a studiare il corso di agricoltura dello Steiner.
Abitavo Trieste e a Trieste c'è un vento particolare che si chiama bora, che ho avuto il piacere di conoscere anche a 180 chilometri all'ora.
Un momento molto particolare è stato quando, dopo aver seminato qualche migliaio di metri quadri di fagiolini, è arrivata la bora. Le piante dei fagioli sono state praticamente defogliate e di esse rimaneva solamente un esile fusto. Tutto il raccolto era perso. Mi sono armato di coraggio ed ho spruzzato il prodotto biodinamico a base di valeriana (preparato portatore di calore e quindi di rigenerazione). Con mia grande gioia i fagioli hanno rifatto le foglie e poi i fiori e così sono riuscito a fare un buon raccolto di fagioli. Ciò si è ripetuto anche altre volte. Un altro momento che ha cambiato profondamente le mie scelte di vita è stato quando avevo in gestione un campo in collina e, nella parte inferiore, il terreno era molto molto povero. Ho deciso quindi di seminare dell'orzo. A giugno l'orzo nella parte alta del campo era "normale" mentre nella parte bassa era alto solo una spanna, con una spighetta di non più di 2-3 cm: praticamente nulla! Ho allora dinamizzato il preparato biodinamico di corno-letame e l'ho spruzzato sull'orzo. Dopo una settimana tutte le piante di orzo erano alte uguali e ho potuto raccogliere. Questo in agronomia semplicemente... non esiste!
Mi sono quindi trovato di fronte a delle esperienze, fatte da me personalmente e da me verificate, che erano sconvolgenti per la prassi agronomica. Da queste esperienze è derivato in me l'impulso di approfondire sempre più i preparati biodinamici e, successivamente, anche muovere i primi passi all'interno dell'associazione biodinamica Italiana.
PERCHE' HAI DECISO DI NON FERMARTI E DI INTEGRARE LE TECNICHE DELL'OMEOPATIA ALL'AGRICOLTURA BIODINAMICA?
Tutto andava bene, l'agricoltura era diventata la mia attività principale quando è accaduto il disastro di Chernobyl. Dopo l'evento di Chernobyl, quindi quasi quarant'anni fa, ho visto che era come se i preparati biodinamici non funzionassero più: le piante non rispondevano. Sorse subito l'interrogativo di cosa fare.
Tutto andava bene, l'agricoltura era diventata la mia attività principale quando è accaduto il disastro di Chernobyl. Dopo l'evento di Chernobyl, quindi quasi quarant'anni fa, ho visto che era come se i preparati biodinamici non funzionassero più: le piante non rispondevano. Sorse subito l'interrogativo di cosa fare.
Ho iniziato quindi a studiare un processo di omeopatizzazione dei preparati biodinamici e ad impostare i primi rimedi a base naturale, sempre con l'omeopatia, per le nostre piante. Confesso che ho fatto molti errori ma devo anche dire che, cammin facendo e facendo esperienza di questi errori, la strada si è sempre più delineata.
Il fatto di utilizzare i preparati biodinamici modo omeopatico ha fatto sì che l'Associazione per l'agricoltura biodinamica mi escludesse dal novero dei biodinamici. Come si suol dire... "me ne sono fatto una ragione" e ho continuato i miei studi e la mia strada.
COME SI E' POI SVILUPPATA LA TUA ATTIVITÀ?
Ciò mi ha portato a sviluppare anche altre iniziative in campo agricolo e, soprattutto, lo studio dell'organismo agricolo, ossia lo studio delle consociazioni e rotazioni non solo tra le piante annuali ma anche tra gli alberi. Questi studi sono stati poi estesi all'allevamento degli animali con buoni risultati. Tutto questo ha portato all'allestimento di prodotti che erano in precedenza in formato liquido per facilitare il trattamento in campo.
Ciò mi ha portato a sviluppare anche altre iniziative in campo agricolo e, soprattutto, lo studio dell'organismo agricolo, ossia lo studio delle consociazioni e rotazioni non solo tra le piante annuali ma anche tra gli alberi. Questi studi sono stati poi estesi all'allevamento degli animali con buoni risultati. Tutto questo ha portato all'allestimento di prodotti che erano in precedenza in formato liquido per facilitare il trattamento in campo.
Un passo importante è stato effettuato nel 2000 con il riportare un mais OGM a condizioni bio, e questo agendo omeopaticamente al momento della fioritura e potenziando così il sistema "chiave-serratura" grazie a cui un fiore riconosce i pollini in arrivo. Abbiamo seminato mais OGM intercalato a file di mais bio e, alla raccolta, abbiamo avuto l'assoluta dominanza del mais bio e l'OGM si è ridotto al 2%. Questa è stata una grande soddisfazione accompagnata dalla delusione perché il movimento biologico, i partiti "verdi" e le associazioni di categoria, che al tempo tanto parlavano di arginare l'avanzata degli OGM, non hanno voluto accettare questo lavoro.
Ma la vita continua.
Abbiamo quindi creato una cooperativa agricola e sempre più ci siamo dedicati alla ricerca e alla sperimentazione di nuovi prodotti e di nuove metodi di lavoro in agricoltura. Abbiamo ampliato il nostro lavoro all'incrementare la resistenza delle piante alle condizioni climatiche avverse (il freddo, il vento, l'arido, la troppa pioggia) con risultati più che soddisfacenti (ad esempio produrre mais con il solo 30% di adacquamento o produrre insalate e finocchi fino a -12°C).
La ricerca si è estesa anche alla produzione di piante di vite, pesco, melo e altro ancora resistenti alle patologie, e anche qui i risultati, dopo tanto lavoro, si sono fatti vedere. Un altro lavoro è stato riportare gli ibridi F1 a linea pura. Questo lavoro è stato coronato dal successo di trasformare un melone F1 a linea pura, con il risultato di avere una pianta che produce 11-12 meloni con un grado zuccherino aumentato del 10%.
Accenno solamente alla realizzazione di prodotti per evitare impollinazione incrociate, per aumentare la resa zuccherina nelle piante, per aumentare l'accestimento nei cereali, per rialzare i cereali (frumento e mais) quando subiscono l'allettamento.
ATTUALMENTE LE PIANTE SI TROVANO A FRONTEGGIARE CONDIZIONI CLIMATICHE PIU' AVVERSE RISPETTO AL PASSATO, C'E' UNA SOLUZIONE?
Negli anni si è presentata la necessitò di uno studio più approfondito per creare una protezione alle avverse condizioni climatiche. La prima azione è stata riguardo alla ventosità, ridurre l'effetto del vento sulle piante, e poi l'arido. Sono convinto che il problema dell'acqua sarà sempre più uno dei grandi problemi di tutta l'umanità. Allo scopo abbiamo studiato anche dei vitalizzatori d'acqua che permettono un risparmio d'acqua di circa il 20-25%. Questo, abbinato ad un trattamento che facciamo sul seme volto a stimolare la resistenza all'arido, può permettere di coltivare con circa il 40-50% di acqua in meno. Come detto, nei nostri campi sperimentali (in cui non solo le piante ma il terreno stesso è depurato e sensibile ai messaggi sottili e ben collegato alle forze della Vita, grazie al lavoro di tanti anni) siamo arrivati anche più avanti nella riduzione dell'adacquamento. Abbiamo limitato i danno di gelo e grandine permettendo di recuperare il raccolto. Per lavorare sul vento invece utilizziamo l'organismo agricolo.
COSA E' L'ORGANISMO AGRICOLO?
Un elemento da sviluppare nell'agricoltura di oggi è sicuramente lo studio degli organismi agricoli. L'agricoltura deve essere vista come una proiezione in terra delle forze della vita e quindi deve rappresentare tutti quegli organi di vita che sono presenti nel cosmo. Li ho chiamati "organi di vita" per non dire pianeti e costellazioni. Così come il corpo umano è composto da più organi, e ogni organo rappresenta una funzione specifica, così ogni azienda agricola dovrebbe avere tutti gli organi principali rappresentati in essa, cosa che avviene molto raramente. Tutti noi sappiamo cosa vuol dire avere un organo ipertrofico oppure ipotrofico.
Un elemento da sviluppare nell'agricoltura di oggi è sicuramente lo studio degli organismi agricoli. L'agricoltura deve essere vista come una proiezione in terra delle forze della vita e quindi deve rappresentare tutti quegli organi di vita che sono presenti nel cosmo. Li ho chiamati "organi di vita" per non dire pianeti e costellazioni. Così come il corpo umano è composto da più organi, e ogni organo rappresenta una funzione specifica, così ogni azienda agricola dovrebbe avere tutti gli organi principali rappresentati in essa, cosa che avviene molto raramente. Tutti noi sappiamo cosa vuol dire avere un organo ipertrofico oppure ipotrofico.
L'orto rappresenta la forza della Luna, il fruttifero rappresenta l'elemento aria-luce e, secondo il tipo di fruttifero, rappresenta le forze dei vari pianeti; il bosco rappresenta l'elemento del fuoco nei suoi vari aspetti e funzioni (fuoco di Saturno, il fuoco di Giove, il fuoco di Marte, eccetera) , l'arbusto rappresenta le forze di Marte e di Mercurio.
Il mondo animale è quello che dovrebbe compenetrare il tutto con tutti i suoi vari aspetti.
Questo studio è estremamente interessante perché oggigiorno domina la monocultura e anche in agricoltura biologica spesso viene fatta una rotazione troppo ristretta che di fatto è come avere un organismo con uno o due o al massimo tre organi funzionanati: è chiaro che ciò ha delle conseguenze e che queste conseguenze si chiamano patologie.
Lo studio di queste rotazioni e consociazioni, e quindi la comprensione delle forze carenti nell'organismo agricolo, l'abbiamo puoi trasformato in prodotti o dispositivi vari che permettono di avere queste forze anche senza avere ad esempio un bosco in azienda perchè, se anche si decidesse di piantarlo, impiegherebbe 15-20 anni prima agire in pienezza.
IN TUTTO QUESTO COME SI COLLOCA IL TUO LAVORO SUL DISINQUINAMENTO?
Ultimo elemento che voglio qui accennare ma che in realtà è il più importante è quello del disinquinamento. È impensabile praticare l'agricoltura ecologica, organica o qualsiasi nome gli si voglia dare in un ambiente inquinato. La pianta è impedita, soprattutto nella fase di germinazione, a dialogare con le forze della vita, con conseguenze facilmente immaginabili. Se non si vuole ricorrere ad una agricoltura "drogata", come oggi è l'agricoltura ordinaria, la prima azione da fare è quindi disinquinare il terreno. Disinquinare il terreno è una tematica alquanto complicata che però ci ha permesso di ottenere dei buoni risultati iniziando proprio da tempi di Chernobyl quando, con un prodotto a base di funghi, è stata ridotta del 40% la presenza di Cesio 137. Altre esperienze che abbiamo accumulato in vari campi ci hanno permesso di realizzare dei prodotti disinquinanti che, se non ci sono condizioni particolarmente difficoltose, in 15-20 giorni si riesce a disinquinare un campo. Non dimentichiamo infine l'inquinamento prodotto dei campi elettromagnetici e altri tipi di radiazioni.
QUALE E' ALLORA IL MESSAGGIO FONDAMENTALE?
Dopo tanti anni di lavoro e di esperienze maturate, sempre più sorge la coscienza che la vita è un unicum di cui tener debito conto. La Vita con la "V" maiuscola è la base di tutto e quindi il lavoro dell'agricoltore diventa sempre di più quello di essere collaboratore di questa Vita. Si tratta di indagare la Vita in sé e non più solamente gli strumenti che permettono la sua manifestazione. Questo studio ci permette di riconoscere tre aspetti fondamentali della Vita: la Vita cosmica come matrice universale da cui tutto origina, la Vita terrestre come matrice di Madre Terra che permette la manifestazione sul suolo di tutte le forme di Vita e infine della Vita come scambio continuo tra questi due poli, ossia la matrice mercuriale, la matrice terapeutica.
Sviluppando questo semplice pensiero possono nascere tutta una serie di conseguenze. La prima, ad esempio, è che una pianta deve avere un apparato radicale forte (e nei nostri fruttiferi questo manca sempre) e quindi è sempre più carente il collegamento con la matrice terrena. Per ricollegarsi alla matrice mercuriale-terapeutica il tronco deve essere ben sviluppato e non avere una impalcatura dei primi rami sempre più bassa come invece ha oggigiorno, e infine la chioma per collegarsi alla matrice cosmica è bene sia potata in un modo specifico come da noi consigliato, con conseguente maggior collegamento di circa di una decina di volte con la matrice cosmica.
Questi pensieri sono stati ulteriormente sviluppati e sono il fronte di lavoro su cui adesso stiamo operando.
Collegarsi con la Vita , mettere le mani nelle piante, nel fluire della Vita, prepararsi agli eventi ambientali e climatici che ci aspettano in modo da produrre piante sane, produttive, resistenti alle patologie per l'oggi e per il domani, piante che diventano quindi un alimento che favorisce nel fruitore gli stessi collegamenti salutari ed evolutivi e quindi il suo cammino verso sempre una maggior ampliamento e compenetrazione con le forze della Vita.